Nota: a conoscenza dell’Autore un’ipotesi come questa non era mai stata formulata prima d’ora, a parte le idee simili del professore austriaco Arthur Posnansky e dell’esploratore tedesco Edmund Kiss. Si presenta questa Teoria dopo anni di ricerche, viaggi e spedizioni in Sud America.
Nel 2015 mi trovavo a Cusco in Perù con l’amico medico ed esploratore Roberto de Leo.
Pur essendo gia stato diverse volte a Cusco, c’erano sempre molte cose da vedere dato che, in genere, questa città si prende solo come un punto di partenza per le scorribande di trekkisti ed esploratori dell’interno andino e amazzonico. Per chi fa viaggi esplorativi pertanto, è una tappa obbligatoria, ma si pensa e si spera sempre, se le cose procedono bene, di starci non molto.
Personalmente avevo già visitato Saqsaywaman (o Sacsahyuaman) diversi anni prima, d’altra parte la zona che sovrasta Cusco è molto grande, e i normali giri turistici affrontano queste visite in modo troppo superficiale.
Così avevo raccolto varie informazioni per recarmi a piedi in aree quasi mai battute dai turisti occasionali. Nel giro di alcuni giorni visitammo Kenko e Saqsaywaman rimanendo letteralmente stupefatti e, sulle basi degli appunti presi e di altre visite precedenti fatte nel 2010-2011, ho potuto scrivere quest’articolo formulando alcune suggestive ipotesi.
Nelle nostre indagini, il punto di svolta si verificò a Sacsayhuaman…ma seguiamo il mio Diario, alla data del 30 agosto 2015, che spiega molto bene cosa accadde:
“Sacsayhuaman è stata semplicemente esaltante, soprattutto perché ci siamo spinti oltre, come ci ha confermato una guida, in direzione Rodadero…Là si trovano le cave preistoriche, solamente che si vede in modo lampante che le operazioni di estrazioni dei blocchi sono avvenute prima di sconvolgimenti tellurici ed eruzioni vulcaniche avvenute molti millenni fa, durante cioè la fine dell’ultima era glaciale [in realtà mi resi poi conto che le mie ipotesi si dovevano incredibilmente arretrare ad almeno l’ultima fase interglaciale, cioè circa 40.000 anni fa, spiegherò poi il motivo]…Dalle nostre analisi della base dei blocchi giganteschi di Sacsayhuaman, saltano immediatamente agli occhi il ritrovamento di resti di crostacei e patelle (marine?), e di erosioni dovute all’acqua.
Pertanto ci risulta molto probabile che la “fortezza di Saqsaywaman”, come Puma Punku (mi riferisco a un luogo molto più a Sud, in Bolivia, da me visitato 2 volte nel 2007 con il gruppo di esplorazione Akakor, posto di fianco al centro misterioso di Tiahuanaco) fosse un “porto d’attracco” per le navi di questo periodo “Atlantideo” che solcavano l’enorme Lago di Ballivian, che aveva dimensioni ciclopiche. Il Titikaka è quello che rimane [ma le dimensioni si spingevano ben oltre l’attuale lago di Poopoo nel Sud Bolivia] di questo antico Mare interno…navi che si spostavano da Tiwanaku-Puma Punku (a Sud – Bolivia) sino all’altro porto di Saqsaywaman (a Nord- Perù)…Ricordarsi poi della misteriosa “pendenza” del lago [calcolabile dalle evidenze dei resti delle sponde presenti sulle Ande] così come descritte da Posnansky (180 mt.) da un capo all’altro del Lago di Ballivian.”

Quel giorno ci si rese conto che sia io che Roberto de Leo avevamo attraversato a piedi tutta la vasta area che dall’ingresso di Sacsayhuaman portava al grande parcheggio alcuni chilometri più a Est, in direzione del centro di Kenko, l’altra nostra meta in quei giorni. Bisogna tener presente che si saliva e si scendeva a piedi sempre sopra i 4.000 metri di altitudine, così decidemmo che per quella giornata poteva bastare e avremmo rimandato la visita a Kenko alcuni giorni più tardi. Intanto, per il momento, ci saremmo dedicati allo studio della storia del Lago Ballivian.
Per gli studiosi il Ballivian era il residuo di un enorme mare interno preistorico, che aveva invaso la parte Occidentale del Sud America verso la fine dell’Epoca Terziaria (cioè prima delle ultime Grandi Glaciazioni, almeno 300.000 anni fa – vedi immagini).

Il livello del Lago era almeno superiore di 50 metri rispetto alle attuali sponde del Lago Titicaca, e infatti mi ricordavo benissimo le strisce di sedimentazione lasciate dal Ballivian decine di migliaia di anni or sono, quando solcavo in barca il Titicaca, dalle parti dell’ Isola del Sol, in Bolivia, nel 2007. La zona Sud del Ballivian occupava le aree dell’attuale Sud Bolivia, nell’area degli attuali Laghi Salati che si stanno, lentamente, prosciugando. Una fase intermedia nel periodo post- Ballivian viene chiamata “fase del Lago Minchin”, che comunque si sviluppava nell’ultimo Periodo Glaciale (20-15.000 anni fa).
Eretiche o no le ipotesi che avevamo espresso, risalterebbero comunque davanti a tutti coloro che solo volessero recarsi nelle zone indicate in questo articolo, e con un minimo di informazioni in più, raccolte sia sul posto che dalla lettura di alcuni saggi (vedi in Bibliografia).

Per consolidare le nostre idee dovevamo recarci anche a Kenko, che già da anni mi era stata indicata come una località molto strana…Ma leggiamo il breve resoconto tratto sempre dal mio Diario (data del 10 settembre 2015) della Spedizione “Inkari 2015”:
“Oggi abbiamo fatto visita allo stranissimo luogo di Kenko, che io ritengo, dopo questa escursione, sia uno dei più antichi luoghi della civilizzazione andina. Specifico però che per ‘civilizzazione andina’ mi riferisco, come ho già scritto in questo Diario, a una cultura evoluta anti-diluviana, dove Sacsayhuaman e Tiahuanaco/Puma Punku erano i porti più importanti di questa cultura che faceva capo all’enorme Mare interno di Ballivian“ (dobbiamo qui ricordare però che col tempo l’antica salinità dell’acqua è andata perduta, e il Titicaca si presenta oggi come un grande lago d’acqua dolce dove però nuotano pesci un tempo di mare).

“Probabilmente Kenko era un centro religioso e simbolico vicino al Porto di Sacsayhuaman: vista dall’alto aveva la forma, di un grande Anaconda (questo spiega le grandi formazioni a scaglie di pietra, presenti nell’area di Kenko) che sta per entrare nell’acqua del Lago (si veda per esempio, la testa pietra e terra di questo enorme serpente, che da sola sarà lunga almeno 50 metri). Ci abbiamo ovviamente camminato sopra, e fotografato il muso con le fauci e i denti.
Il fatto che vi sia una piccola valle-creata da una frana- che divide la ‘testa’ di Kenko dal ‘corpo’, è la dimostrazione dell’antichità di questo centro religioso (che tra l’altro ospita grandi pietre monolitiche stranamente inclinate rispetto al terreno- vedi immagine), presente migliaia di anni prima degli Incas”.

Ritorneremo in Perù e, tra le altre cose, avremo modo di approfondire questo interessantissimo argomento, degno della migliore “Archeologia di frontiera.”
Marco Zagni.
Bibliografia essenziale.
Carlos Fernandez-Baca Tupayachi, El otro Saqsaywaman, Renalsa, Lima 1999
Guillermo Lange Loma, Los Gigantes, Kipus, Cochabamba 2006
Marco Zagni, L’Impero Amazzonico, Mir, Firenze, 2002
J. M. Allen, Atlantide l’ultima verità, Sperling & Kupfer, Milano 1998
Marco Zagni, La Svastica e la Runa, Mursia, Milano 2011.